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"Il giardino delle delizie" è il terzo cortometraggio realizzato nel corso del progetto di formazione teatrale "Scenari Futuri" che Fort Apache Cinema Teatro svolge all’interno della Casa Circondariale di Velletri dal 2020 con il sostegno della Regione Lazio, in collaborazione con IISS Cesare Battisti - Velletri – Sezione Carceraria.

SINOSSI: In una scuola di cucina del carcere di Velletri, alcuni allievi chef si stanno formando nella speranza di lavorare un giorno in un grande ristorante stellato, il Giardino delle Delizie, meta lavorativa verso la quale ciascuno proietta le proprie speranze e i propri desideri. Oggi è il giorno delle selezioni finali, e la preparazione di ogni ricetta sarà l’inizio di un viaggio introspettivo nei loro ricordi, nelle loro affettività e origini culturali.

GENERE: Cortometraggio

LINGUA: Italiano

LOCATION: Italia

DURATA: 17 min

ANNO DI PRODUZIONE: 2023

Con gli attori detenuti della Casa Circondariale di Velletri

Regia Simone Spampinato​

Sceneggiatura Martina Storani

Direttore della Fotografia Alessandro Lazzi

Montaggio Simone Spampinato

Suono Simone Spampinato

Produttore Simone Spampinato

Distribuzione Esen Studios

Conduttrice Progetto Scenari Futuri Martina Storani

Docente Tutor Antonino Marrari

Direzione artistica Valentina Esposito
Comunicazione, Promozione e Social Media Gabriella Indolfi

Una produzione Fort Apache Cinema Teatro e Jumping Flea, con il sostegno di Regione Lazio, in collaborazione con Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria - Casa Circondariale di Velletri, Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, Ministero della cultura, I.I.S.S. Cesare Battisti di Velletri - Sezione Carceraria.

NOTE DI REGIA:

L’ambiente detentivo comporta conseguenze psicologiche gravi, legate alla difficoltà di affrontare il passato e la separazione dalla vita esterna. I detenuti devono spesso nascondere la loro vulnerabilità, indossando maschere e ruoli diversi. Il teatro diventa uno strumento efficace, permettendo l’esplorazione di un presente e un futuro diversi, offrendo una fuga temporanea e la possibilità di sperimentare altre vite. La natura ludica del laboratorio teatrale facilita l’emersione e la condivisione di temi profondi, permettendo un’espressione protetta e senza forzature. Tenendo a mente questo, l’approccio visivo e tematico del nostro documentario è stato quello di esplorare come, attraverso la recitazione e il forte legame che ha il cibo con la memoria, ogni cittadino detenuto che ha preso parte al film si sia lasciato trasportare, aprendosi a quello che è il racconto personale del proprio vissuto. Da un punto di vista fotografico si è voluto enfatizzare questo scavare nel proprio ricordo, con inquadrature rubate a volte o molto ravvicinate, come ad immergersi nel cibo preparato e nei ricordi e vita di ognuno dei protagonisti. L’ambiente della cucina stesso diventa quindi protagonista, come luogo di aggregazione, di ricordi e di evasione mentale, nell’attesa di un giudizio reale e allo stesso tempo metaforico che attende ognuno di loro.

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